Lavaggio a secco: quali prodotti e tecnologie si nascondono dietro i capi puliti delle lavanderie

Il lavaggio a secco rappresenta una delle tecniche più diffuse e sofisticate per la pulizia professionale dei tessuti, ampiamente adottata dalle lavanderie per trattare quei capi che, per delicatezza o struttura, non sopportano i tradizionali metodi ad acqua. Grazie all’impiego di solventi chimici e tecnologie altamente specializzate, questa metodologia consente di ottenere indumenti perfettamente puliti, senza rischio di scolorimento, restringimento o alterazione delle fibre.

Cos’è il lavaggio a secco e come agisce sulle fibre

A differenza del lavaggio domestico, che impiega l’acqua come mezzo principale, il lavaggio a secco sfrutta solventi organici, il più comune dei quali è il tetracloroetilene. Questo solvente, comunemente denominato “percloroetilene” o “perc”, è in grado di sciogliere efficacemente grassi, oli e macchie organiche, che l’acqua da sola faticherebbe a eliminare dai tessuti più delicati e strutturati. Alcuni capi particolari, come lana, seta, viscosa e pelle, trovano nel lavaggio a secco l’unica risposta per una detersione profonda e sicura, evitando danni irreparabili.

L’intero processo avviene in apparecchiature chiuse e sicure, chiamate macchine per il lavaggio a secco. Queste sono progettate appositamente per inserire, agitare, sciacquare e asciugare i capi in un circuito completamente isolato, proteggendo così il personale e l’ambiente dalle emissioni dei solventi stessi. Alla fine del lavaggio, il solvente viene rigenerato tramite distillazione e filtraggi accurati, pronto per un nuovo ciclo lavorativo, garantendo al contempo un minore impatto ambientale rispetto alle pratiche casalinghe che richiedono ingenti quantità d’acqua e detergente tradizionale.

La tecnologia dietro i macchinari: elementi fondamentali

I dispositivi professionali per questa pratica sono molto più complessi rispetto alle normali lavatrici domestiche. Al loro interno si distinguono diversi compartimenti:

  • Botte o cestello rotante: Qui vengono posizionati gli indumenti, che vengono movimentati per tutta la durata del trattamento.
  • Serbatoi di solvente: Contenitori dedicati allo stoccaggio dei solventi, che vengono pompati nel cestello secondo sequenze controllate.
  • Filtri: Sistemi che trattengono le particelle di sporco e residui rimossi dal tessuto, assicurando la purezza del solvente circolante.
  • Sistema di distillazione: Consente la rigenerazione dei solventi impiegati, separando le impurità e permettendone il riutilizzo in molteplici cicli.
  • Fasi di asciugatura e centrifuga: Questi step permettono di recuperare il solvente residuo nei capi e di eliminare l’umidità, restituendo tessuti asciutti, freschi e privi di odori chimici rilevanti.
  • Filtri a carbone attivo: Essenziali per trattenere i vapori di solvente all’interno del macchinario, proteggendo ambiente e operatori da inalazioni potenzialmente nocive.

L’automazione di queste macchine consente di programmare cicli personalizzati, adattando temperatura, tempo di esposizione e tipologia di solvente alle specifiche esigenze di ogni capo. Le più recenti evoluzioni hanno visto l’introduzione di sistemi digitali di controllo e di sensori che monitorano ogni fase del processo per una garanzia qualitativa superiore.

I solventi e i prodotti chimici: dal percloroetilene alle alternative green

Il protagonista indiscusso della maggior parte dei lavaggi a secco rimane il tetracloroetilene, apprezzato per le sue doti sgrassanti e detergenti. Tuttavia, la crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e la salvaguardia della salute umana ha portato il settore a investire su alternative con un minor impatto ecologico e tossicologico. Oggi molte lavanderie adottano solventi idrocarburici meno aggressivi, miscele a base di silicone o anche soluzioni acquose modificate (Wet Cleaning) abbinate a enzimi specifici.

L’impiego di questi nuovi solventi richiede macchine appositamente progettate, che conservano le caratteristiche di efficienza e controllo dei rilasci nei locali. In parallelo, i principali produttori propongono detergenti speciali addizionati a ossigeno attivo, enzimi e additivi antistatici, tutti concepiti per aumentare la capacità pulente, rispettando la delicatezza dei capi e delle colorazioni.

Altri prodotti complementari

  • Pretrattanti antimacchia: Formulati specifici in grado di agire localmente su macchie ostinate prima del ciclo di lavaggio vero e proprio.
  • Additivi deodoranti e ravvivanti: Sostanze che eliminano odori sgradevoli e ravvivano colori e fibre fragili, restituendo ai tessuti brillantezza originale.
  • Agenti igienizzanti: Utilizzati per svolgere una funzione antibatterica e contrastare la proliferazione di muffe o funghi.

Innovazione, sicurezza e rispetto ambientale nelle moderne lavanderie

Le migliori lavanderie si impegnano oggi nella ricerca costante di tecnologie innovative che migliorino la sicurezza per gli operatori e tutelino l’ambiente circostante. Sistemi waterless di ultima generazione consentono una pulizia accurata anche per veicoli e tessuti non lavabili in acqua, riducendo drasticamente il consumo idrico e l’inquinamento, grazie all’uso di uno o pochi prodotti multifunzione e all’eliminazione degli scarichi inquinanti.

Anche l’integrazione di tecnologie a barriera sanitaria, particolarmente nelle lavanderie industriali e in ambito ospedaliero, permette di evitare contaminazioni crociate tra capi sporchi e puliti. Queste soluzioni, unite a sistemi automatici di dosaggio dei prodotti e a monitoraggi puntuali dell’aria nei locali, permettono di coniugare qualità, sicurezza e rispetto per l’ambiente come mai prima d’ora nella storia dei servizi di pulizia tessile.

Infine, la diffusione della cultura della sostenibilità ha portato a un incremento delle normative ambientali e delle certificazioni di qualità, che impongono l’uso di tecniche e sostanze sempre più ecocompatibili e la gestione consapevole dei rifiuti e degli scarti prodotti durante la pulizia dei capi.

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