La possibilità di accedere alla pensione anticipata con meno di 25 anni di contributi riguarda un numero limitato di lavoratori e dipende da precisi requisiti anagrafici, contributivi e reddituali, oltre che dalla tipologia di regime previdenziale a cui si appartiene. A partire dalle ultime disposizioni normative, specie con la Legge di Bilancio 2025, sono state introdotte alcune novità che rendono necessario chiarire le opzioni disponibili per chi desidera andare in pensione in anticipo senza aver raggiunto la soglia dei 25 anni di contributi.
Il regime contributivo puro: pensione anticipata a 64 anni con 20 anni di contributi
La principale possibilità per ottenere la pensione anticipata prima di aver versato 25 anni di contributi è riservata ai lavoratori che si trovano nel cosiddetto regime contributivo puro. Si tratta degli assicurati che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996, quindi che non hanno maturato alcuna anzianità contributiva antecedente a tale data. In questo caso, la normativa vigente prevede la possibilità di accedere alla pensione anticipata con i seguenti requisiti:
- almeno 64 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi effettivi;
- una soglia reddituale che garantisca un assegno di almeno 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con almeno un figlio, 2,6 volte per le donne con almeno due figli e 3 volte l’assegno sociale nei restanti casi.
Questa opportunità resta la principale apertura alla pensione anticipata con meno di 25 anni di contributi per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o ha iniziato a lavorare tardi, con la condizione però che l’importo maturato sia sufficientemente alto. È importante sottolineare che l’importo dell’assegno deve raggiungere la soglia minima considerata e che per calcolarla è possibile, su richiesta, sommare anche la rendita presunta di eventuali forme di previdenza complementare cui si sia aderito. Il tetto massimo dell’assegno corrisponde a 5 volte il minimo fino all’età della pensione di vecchiaia, che attualmente è 67 anni.
Pensione di vecchiaia e altre soluzioni anticipate
L’ordinaria pensione di vecchiaia resta comunque accessibile con 20 anni di contributi, ma solamente al compimento dei 67 anni di età. Solo in presenza di requisiti specifici, come l’adesione al regime contributivo puro, è possibile anticipare la pensione a 64 anni. La possibilità di pensionamento anticipato con meno di 25 anni di contributi non riguarda le formule ordinarie di pensione anticipata (cioè quella che non prevede limiti di età ma lunghe carriere contributive: minimo 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini), né la pensione per lavoratori precoci, che prevede comunque soglie contributive più alte.
Pensione anticipata contributiva con previdenza complementare
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto la possibilità di utilizzare le somme maturate nella previdenza complementare per raggiungere la soglia minima di assegno richiesta. Questo consente a chi ha avuto una carriera spezzettata o ha lavorato in più settori di sommare gli importi delle due forme previdenziali per accedere prima alla pensione.
Le alternative riservate e i limiti
Le cosiddette opzioni di pensione anticipata con meno di 25 anni di contributi sono ulteriormente limitate da requisiti stringenti:
- Bisogna essere totalmente soggetti al calcolo contributivo (nessun contributo prima del 1996).
- È obbligatoria una età minima di 64 anni, inferiore rispetto ai 67 anni richiesti per la vecchiaia ma comunque non particolarmente bassa.
- L’importo maturato deve rispettare specifiche soglie minime, che attualmente rappresentano uno sbarramento per chi ha avuto una carriera caratterizzata da lunghi periodi di inattività, lavori precari, retribuzioni basse o disoccupazione prolungata.
Per altri lavoratori, ad esempio chi ha maturato anzianità contributiva prima del 1996 (cioè i soggetti iscritti a una delle gestioni AGO o alle relative forme sostitutive), la pensione anticipata resta riservata a chi matura almeno 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne o 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Non sono previste deroghe “generalizzate” al di sotto del limite dei 25 anni di contributi.
Agevolazioni per casi speciali: APE Sociale e precoci
Vi sono alcuni canali agevolati, riservati a specifiche categorie fragili o a chi si trova in condizioni di particolare disagio, ma tutte prevedono comunque una soglia contributiva superiore a 20 o 25 anni:
- APE Sociale: misura sperimentale dedicata a lavoratori che svolgono mansioni gravose, disoccupati, caregivers, persone con disabilità, che permette di pensionarsi a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 o 36 anni di contributi a seconda dei casi.
- Pensione anticipata per precoci: riservata a lavoratori che abbiano iniziato a lavorare prima dei 19 anni e si trovino in particolari condizioni, con almeno 41 anni di contributi.
Non esistono al momento, quindi, canali straordinari di accesso anticipato (ad esempio per disoccupazione involontaria o situazioni di invalidità) che consentano l’uscita con meno di 20 anni di contributi. I requisiti illustrati, specie riferiti al regime contributivo puro, restano l’unica reale chance di anticipo.
Criteri di accesso e come inoltrare domanda
Per coloro che soddisfano le condizioni sopra descritte, la richiesta va presentata per via telematica all’INPS, collegandosi al portale e seguendo la procedura nella sezione dedicata alla domanda di pensione anticipata. In presenza di contribuzione in gestioni diverse o complementari, è necessario richiedere la cumulazione dei periodi ai fini del calcolo dell’importo della pensione.
Attenzione: le agevolazioni e le modalità di calcolo dell’assegno minimo sono soggette a periodici aggiornamenti legislativi e regolamentari. È consigliabile consultare periodicamente le comunicazioni ufficiali o affidarsi a un patronato per la verifica specifica dei requisiti aggiornati.
In sintesi, l’anticipo della pensione con meno di 25 anni di contributi è oggi accessibile quasi esclusivamente ai lavoratori soggetti al calcolo contributivo puro e in presenza dei requisiti di età minima e assegno previdenziale sufficientemente elevato; per tutti gli altri permangono le soglie minime più elevate stabilite per le varie tipologie di pensione, in linea con l’obiettivo legislativo di assicurare la sostenibilità del sistema.